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Beatrice Gradassa
Lievi umane imperfezioni
pp. 69 - edizione 2010 – € 12,00
ISBN 978-88-6328-093-7
Ebook € 3,49
ISBN 978-88-6328-2207
Quando le strutture dei versi s’incrociano dando vita a pura
poesia è un vero godimento per il lettore. Questo accade
ogni volta che le pagine di Beatrice si riempiono di parole,
di sensazioni, di una estetica poetica che supera le
banalità del versificare poco illuminato.
La pluridimensionalità si affaccia costantemente ma quello che
più colpisce di questo lavoro è l’aspetto metafisico che
permea le poesie. Il sacro ed il profano si fondono, la
realtà e il desiderio si mischiano e le parole sono carezze
e lame.
L'utilizzo del verso sciolto, ma talvolta sembra proprio un
“blank verse”, breve, intenso e ritmico rende scorrevole,
grazie anche alla sintassi adottata, il lavoro. Il
quotidiano, la trasfigurazione figurativa della natura
umana, nelle sue grandezze e nelle sue piccolezze,
conducono, forse a bordo della “Da Ma Rossa” che si ancora
chissà dove, nel fluire sereno e tempestoso dell'Io della
poetessa. Perché Beatrice è poetessa, delle piccole cose,
dell’ardore, della reminiscenza, di quel sacro e profano di
cui accennavo prima e che regala una Huri che ricompensa chi
ama sfrondare il significato unico di ogni argomento,
cambiando prospettive e tesi per colpa o per diletto delle
nostre lievi e non lievi umane imperfezioni. ... “il Mondo
tutto (non precisamente) tondo”... Così gli occhi osservano
internamente ed esternamente le sensazioni, da proprie ad
universali, con una leggerezza lirica tipica del navigatore
di emozioni. “La casa resta nel vento che passa...” ed è in
quella casa che Beatrice aspetta, è lì che le sue
metamorfosi di donna attingono il linguaggio scorrevole, le
ispirazioni che s’accompagnano agli affanni del vivere. Lei
stessa si confessa, quasi involontariamente, lei alchimista
dell’essere confessa e sviscera la sua passione di
raccoglitrice di essenze da cui distillare ed offrire,
offrire anche al più distratto, il nettare dolceamaro dei
suoi pensieri “poiché non è poi questo la poesia?”...
Giulio Maffìi
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Beatrice Gradassa
IL MONDO SEMBRA L'EDEN
Poesia
Uomini
docili creature
fallibili per natura
ma tenere ed amabili.
Che anche Dio ci veda così?
LA GIOIA È NELLA SEMPLICITÀ
Proprio in questi giorni
qualcosa mi ha portato indietro negli anni, e più
precisamente al tempo in cui la mia voglia di crescere era
fortemente rivolta al desiderio di costruire un mondo
migliore...
Sono cresciuta senza sapere che
ogni giorno ho lasciato alle mie spalle il meglio della
vita.
Era proprio quello il "mondo migliore" e non lo sapevo.
Leggendo le liriche di Beatrice Gradassa, ho trovato, nei
suoi versi, un forte spunto di riflessione.
«Ogni cosa è più bella / agli occhi di un bambino / ciò
che luccica è oro / non importa che lo sia. / La gioia è
nella semplicità».
È proprio vero che l'affanno a cercare ciò che non abbiamo,
e a vedere ciò che non ci appartiene, ci allontana
velocemente dalla "semplicità" ed è quest'ansia a divorarci
e a nascondere ai nostri occhi gli aspetti migliori
dell'esistenza.
Mi chiedo se avremo ancora la capacità di guardare con "gli
occhi di un bambino". Tra non molto saremo totalmente
dominati dalla tecnologia, ed a questo punto, la domanda che
mi pongo è: riusciremo ancora a provare quel sottile e quasi
morboso piacere di vedere e sentire la vita nella sua vera
essenza?
«Uomini / docili creature / fallibili per natura / ma
tenere ed amabili».
Può l'uomo d'oggi operare il miracolo dello "stupore"?
Da sempre gli artisti hanno compreso come la vita è
quell'atto d'amore che la stessa esistenza ci fa dono.
Comprendere tutto ciò dipende certamente da quel processo
necessario che dall'intimo muove la sensibilità e la traduce
- attraverso la creatività - in mezzo espressivo.
Creatività, dunque, come nascita a nuova vita.
Creatività per tenere accesa la fiamma dello stupore che,
nel momento in cui si spegne, ci mette fuori gioco.
«Rincorro la mia vita / disorientata / persa in
quest'opulento / povero mondo privo di verità / affollato di
cose e di persone».
Tra i versi di Beatrice Gradassa traspare forte la voglia di
affrontare con serenità la sua esistenza e di condividerla
con gli altri, e c'è anche la voglia, forte, di cambiamento:
«Ah, se rinascessi fiamma all'imbrunire».
L'altro aspetto della sua voglia di vivere, con molto
pudore, si manifesta nei momenti in cui Beatrice fa i conti
con la quotidianità. Tutto questo non incide negativamente
nel suo percorso esistenziale. Lei riesce a tradurre gli
stati d'animo negativi in forza propulsiva.
«Ciò che penso oggi / domani sarà scritto».
Assecondare, e non soffocare, i momenti di vera
sofferenza e, nei meandri delle sue vie oscure, è il trovare
lo spiraglio di luce la soluzione ai problemi. «Se almeno
di quel fuoco / fosse rimasta cenere / potrei spazzarla via
dal cuore».
Ed ecco che, da queste ceneri, la vitalità ritorna in ogni
nuovo giorno: «ora / nel momento del risveglio / quando
la vita sembra un sogno / e la verità / sa assecondare ogni
fantasia».
Vera Ambra
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