Daniel De Min
Il
grande inganno
Riflessioni di un giovane artista
Lavoro: dal latino labor significa fatica.
Il significato originale di questa parola, tratta da varie lingue
europee, si concentra sempre sull’aspetto negativo: dolore (travaillé,
trabajo, travaglio...), servitù (Arbeit).
Il termine inglese work derivante dalla radice indoeuropea
worg (fatica fisica).
Una delle parole greche per definire il lavoro è pònos, dalla radice
indoeuropea poena (pane e pene). E nella Genesi biblica: «Con il
sudore del tuo volto mangerai il pane».
Anche solo con questa semplice analisi del termine è facile capire
come una “Repubblica fondata sul lavoro” in realtà sia una
repubblica fondata sullo sfruttamento del lavoro... appunto.
I tanti lavorano per i pochi, hanno solo distorto i termini.
“Il lavoro rende liberi” recava la scritta nei cancelli dei
campi nazisti di concentramento. Un messaggio ironico, logicamente,
e tale rimane ancor oggi poiché, dopo quaranta o cinquant’anni di
duro lavoro e sacrifici, si diventa finalmente liberi. Ma, a
quest’età, l’unica libertà che rimane è quella di morire.
Lo Stato che dovrebbe tutelare i propri cittadini, invece, innalza
sempre più l’età pensionabile e questo è vergognoso!
Dov’è finito il rispetto per l’immenso valore della vita? Come si
può far lavorare 8-10 ore al giorno una persona ormai avanti negli
anni? Provo immensa vergogna verso la classe politica che non si
concede nessuno scrupolo per sciupare le energie di chi, per tutta
la sua vita, ha sacrificato la maggior parte del proprio tempo.
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